mercoledì 24 ottobre 2012

Esperti americani: ''Il Polisario, forza integrativa'' della guerra dichiarata dall'AQMI e la MUJAO alla Comunità internazionale

Esperti americani: ''Il Polisario, forza integrativa'' della guerra dichiarata dall'AQMI e la MUJAO alla Comunità internazionale

24/10/2012





Il governo algerino ha lasciato prosperare la politica del peggiore nei campi di Tindouf ''il Polisario'', convinto di collusione e di complicità con il gruppo terroristico di Al-Qaeda nel Magreb islamico (AQMI), come ne testimonia il rapimento di cittadini occidentali in cuore pieno di Tindouf, si è trasformato ''in forza integrativa'' della guerra dichiarata dall'AQMI e ''il movimento per Unicità e Jihad nell'Africa dell'Ovest'' (MUJAO).

Questa messa in guardia, è stata lanciata, lunedì, da Yonah Alexander, direttore del centro internazionale per gli studi contro il terrorismo (ICTS), che dipende dal Potomac Instituto a Washington.


Il Sig. Yonah Alexander, direttore del centro internazionale degli studi sul terrorismo




L'informazione trasmessa lo stesso giorno dai media internazionali sull'adesione di decine di membri del Polisario al Mujao nel nord del Mali ''costituisce il seguito tutto sommato logica di una radicalizzazione del Polisario e dell'esacerbazione delle condizioni di vita nei campi di Tindouf, in cui le popolazioni sono sequestrate contro il loro gradimento dalle milizie del Polisario'', ha ritenuto il sig. Alexander in un'intervista alla MAP, che chiama la Comunità internazionale ''a prendere le sue responsabilità di fronte alle minacce che costituiscono il separatismo ed il terrorismo contro la stabilità e la sicurezza del Magreb e del Sahel''.

Nel momento in cui la Comunità internazionale ha ''gli occhi rivettati sul conflitto siriano, AQMI e Mujao hanno dichiarato guerra contro l'occidente con il Polisario come partner'', ha sottolineato il sig. Alexander, che è l'autore di molte prove di riferimento sul terrorismo nel Nordafrica e nella regione del Sahel.


''La Comunità internazionale non può semplicemente permettersi di restare le braccia incrociate mentre prosperano in questa regione delle forze estremiste che promettono fuoco e sangue a questa parte del mondo''.


Quest'ultimi sviluppi ''non lasciano alcun dubbio quanto all'escalazione ed alla radicalizzazione dei gruppi terroristici nella regione, poiché testimonia la situazione nel nord del Mali'', ha aggiunto.


I separatisti ''del Polisario'' ed il gruppo terroristico di Al-Qaeda nel Magreb islamico sono due partner di un'alleanza destabilizzatrice per la regione del Magreb e del Sahel, decide, da parte sua Peter Pham, direttore del centro Michael Ansari per l'Africa, che dipende dal Think Tank americano Atlantic Council.



Il Sig. Peter Pham, direttore del centro Michael Ansari per l'Africa



''Si tratta di un contesto dove convergono separatisti militarmente esercitati ed i militanti estremisti dell'AQMI, i due essendo azionati da considerazioni pragmatiche per arrivare alle loro fine. La situazione nel nord del Mali è l'esempio perfetto'', ha spiegato in un'intervista alla MAP.


Questa situazione, ha sottolineato, ha per corollario l'esacerbazione della situazione umanitaria e dei diritti dell'uomo nei campi di Tindouf, al dispetto delle convenzioni internazionali pertinenti ''tanto è tanto che oggi si può parlare di miseria generazionale al sud-ovest dell'Algeria, senza l'opportunità inferiore economica o politica''.


''Abbiamo qui gli ingredienti di una situazione potenzialmente esplosiva per la regione'', ha messo in guardia il sig. Pham, che è spesso sollecitato dal congresso degli Stati Uniti nel quadro di udienze sulla sicurezza in Africa in generale e nel Magreb e il Sahel in particolare.


L'esperto americano, in questo contesto, ha indicato del dito ''la responsabilità del governo algerino che ha lasciato prosperare la politica del peggiore nei campi di Tindouf''.


''I separatisti pensano che possano utilizzare gli estremisti per arrivare alle loro fine, ma rifiniscano, alla fine, per loro fungere di smaltavano come ne testimonia la piega che ha preso l'alleanza di circostanza tra i tuareg ed i radicali islamisti nel nord del Mali'', solleva d'altra parte.








Fonti:



Il portale politico del Sahara occidentale:

www.corcas.com

Il portale del Sahara occidentale:

www.sahara-online.net

Il portale della cultura hassani:

www.sahara-culture.com

Il portale dello sviluppo economico nelle regione del sahara occidentale:

www.sahara-developpement.com

Il portale dello sviluppo sociale nelle regione del sahara occidentale:

www.sahara-social.com

Il portale delle città del sahara occidentale:

www.sahara-villes.com












martedì 9 ottobre 2012

Quattro membri della tribù Rguibat-lbihat decidono, dopo la loro visita a Smara, di tornare nei campi Tindouf

Quattro membri della tribù Rguibat-lbihat decidono, dopo la loro visita a Smara, di tornare nei campi Tindouf

08/10/2012





Quattro membri della tribù Rguibat-Lbihat, fra i beneficiari dell'operazione di scambio di visite familiari, hanno deciso di installarsi definitivamente nella madre patria e di non tornare nei campi Tindouf.



Si tratta della signora Guebboula Attaki Bent Mohamed (43 anni), sua figlia Fatima El Ghali Bent Mohamed Salem Khatri (24 anni), Said Ould Mohamed Lamine Ould Mohamed Ould Al-mokhtar (23 anni) ed suo fratello Al-Mehdi (20 anni).



Erano arrivati a Smara il 19 settembre scorso, nel quadro del 17esimo viaggio dell'operazione di scambio di visite sorvegliata dall'alto commissariato ai profughi tra le province del sud ed i campi di Tindouf, nel sud algerino.


Operazione di scambio delle visite familiari e ritrovamento dei sahrawi con i loro parenti




In un'intervista con la MAP, Mohamed Salem ha espresso la sua gioia del suo ritrovamento con la famiglia a Smara ed il suo ''grande sollievo'' per avere posto fine al clavario subito per oltre tre decenni, che sottolineano avere preso questa decisione dopo avere constatato di visu l'aumento notevole che ha conosciuto la città di Smara ed il clima di sicurezza e di stabilità che regna nella madre patria.


''Tutti i Marocchini sahrawi sequestrati nei campi di Tindouf nutriscono la stessa speranza di tornare alla madre patria e fuggire le condizioni di vita crudeli, i cattivi trattamenti e l'insicurezza che vi prevalgono'', ha affidato il sig. Salem, uno dei dignitari delle tribù di Smara.



''La direzione del Polisario évertue da mantenere questo stato di dispersione familiare e di separazione tra i genitori ed i loro bambini'', si ha detto, che comunica che i suoi bambini che dovevano beneficiare di questa operazione di scambio di visite familiari sono stati convocati per condurre missioni militari negli accampamenti ''del Polisario'' per impedirgli di tornare alla loro madre patria.



Ha anche raccontato come la sua coniuge è stato rapito nel 1979 a Madchar Errbib e condotta verso Tindouf, come numerose altre persone, sotto la minaccia di liquidazione di tutti i membri della sua famiglia.



Da parte sua il sig. Mohamed Saleh Ould Sid Al-alem El Idrissi si è rallegrato delle notizie del ritorno dei suoi cugini, Said e Lmehdi, qualificandolo di ''nuova nascita''.



Le condizioni di vita nei campi sono ''indescrivibili tanto sono grandi le sofferenze psicologiche ed umane e le privazioni dei diritti dell'uomo più elementari che sopportano le popolazioni'', ha deplorato, sottolineando che i dirigenti del Polisario sfruttano queste sofferenze per fare durare il conflitto del Sahara ed arricchirsi deviando gli aiuti umanitari destinati ai sequestrati.



Il Sig. Mohamed Saleh, sceicco di una tribù sahrawi a Smara, ha espresso la speranza che la questione sarà regolata per liberare i Marocchini trattenuti contro il loro gradimento nei campi e salvarli dei tormenti dei campi di Tindouf, notando che l'iniziativa marocchina d'autonomia rimane la soluzione adeguata a questa vertenza artificiale che non ha fatto che peggiorare la situazione di un grande numero di famiglie disperse.













Fonti:



Il portale politico del Sahara occidentale:

www.corcas.com

Il portale del Sahara occidentale:

www.sahara-online.net

Il portale della cultura hassani:

www.sahara-culture.com

Il portale dello sviluppo economico nelle regione del sahara occidentale:

www.sahara-developpement.com

Il portale dello sviluppo sociale nelle regione del sahara occidentale:

www.sahara-social.com

Il portale delle città del sahara occidentale:

www.sahara-villes.com




giovedì 4 ottobre 2012

Una rivista africana dedica un posto importante nelle sue due edizioni all'autonomia ed al ruolo del Corcas nella cartella del Sahara

Una rivista africana dedica un posto importante nelle sue due edizioni all'autonomia ed al ruolo del Corcas nella cartella del Sahara

03/10/2012





African Caucus: la soluzione si trova nel processo di devoluzione raccomandato dal Corcas



''L'African Caucus'', rivista ''del centro indipendente della ricerca e dell'iniziativa per il dialogo'' (Cirid), ha dedicato alla questione del Sahara, un posto importante nelle sue due edizioni dell'il 19 e il 25 settembre.



Un editoriale, un articolo sul ruolo del Consiglio reale consultivo degli affari sahariani (Corcas) ed un'intervista con il sig. Ahmed Mghizlat, membro del Corcas, hanno permesso alla rivista del Cirid di analizzare l'importanza della ricerca di una soluzione politica negoziata, fondata sull'iniziativa marocchina per l'autonomia al Sahara e la sua attualità per la sicurezza e la stabilità in Africa.









Moulay Ahmed Mghizlat all'ora dell'intervista a Ginevra



In un editoriale intitolato ''perché no? '', il responsabile di questa pubblicazione, il sig. Deo Hakizimana, scritto: ''da quando ci siamo interessati ai dibattiti in corre sullo statuto d'autonomia di Sahara Occidentale, la questione ha mantenuto la sua pertinenza e la sua conflittualita nell'ordine del giorno politico africano attuale''.



L'autore dell'editoriale ritiene che ci siano due ragione per l'attualità della questione, una è storica, riguarda il fatto che il conflitto ''non sembra avere subito l'usura del tempo e resta un'attualità viva''.



La seconda riguarda la situazione regionale e riguarda il fatto che ''il futuro della regione sembra anche essere tuffato e nel vicolo cieco''.



A questo riguardo la rivista ritiene che per la regione ''la rinascita di una logica marziale, in una zona che si trova sotto alta tensione terroristica, sarebbe un incubo, anche per l'Europa mediterranea''.



Per superare questa situazione, ma anche riportare il Marocco “alla famiglia del OUA Unione africana'', che ''ha bisogno di trovare uno dei suoi. E non dei inferiori'', la rivista del Cirid ritiene che occorra sapere ''parlarne. Dialogare. Meditare. Trovare compromessi realistici e realizzabili''



E a questo proposito, ''il dialogo-possibile sulla questione dello statuto d'autonomia messo sulla tavola dal Marocco merita che vi si presta attenzione'', conclude l'editoriale.



Ciò riporta il dibattito sul ruolo che gioca e continua a giocare Corcas in questa cartella del Sahara.



Ricordando le condizioni e la data di fondazione del Corcas, con sua maestà il Re Mohammed VI, la rivista del Cirid segnala che il Consiglio ha per carico ''di sostenere la validità di una terza via per il Sahara Occidentale: quella dell'autonomia'', così come lo ha proposto il Marocco.



Oltre alle missioni di assistere sadomaso il re per la difesa dell'integrità territoriale e l'unità del regno, la promozione dello sviluppo economico, sociale e culturale delle province sahrawi e la preservazione della loro identità culturale, ''African Caucus'' conclude che ''la soluzione al più vecchio conflitto territoriale dell'Africa si trova forse al termine del processo di devoluzione raccomandato dai membri del Corcas''.



Nell'intervista accordata, alla rivista del Cirid, il sig. Ahmed Mghizlat ritorna su queste missioni attribuite al Consiglio e considera che il piano d'autonomia sotto la sovranità marocchina è “una soluzione di compromesso che prevede competenze ampie per i Sahrawi, in particolare nel dominio dell'istruzione o della sanità''.



Il Sig. Mghizlat ritiene che per i Sahrawi loro anche ''la secessione sahrawi sia un miraggio; la costituzione di uno Stato in questa regione non sarebbe né realizzabile, né sostenibile. C'è soltanto il progetto d'autonomia che sia evidente e realizzabile''.



Il rappresentante del Corcas ricorda che ''è la prima volta che un paese Africano-o stesso arabo si propone di assegnare tale statuto d'autonomia.''



Ritiene che il Marocco ''dia prova di coraggio ed anche di prima-gardisme'', prima di ritenere che questo conflitto sia legato alla guerra fredda, in particolare quando ''alcuni paesi vicini al blocco dell'est, hanno strumentalizzato il conflitto allo scopo di privare il Marocco della sua frangia costiera che dà sull'Atlantico''.



Il Sig. Ahmed Mghizlat rappresenta il Corcas nell'ambito della delegazione del Marocco alla sessione del Consiglio dell'ONU dei diritti dell'uomo a Ginevra e pertanto partecipa ai lavori dell'esame periodico universale della situazione dei diritti dell'uomo.



A questo proposito, interrogato sul passo marocchino in materia, segnala che ''l'approccio partecipe è stato quella del Marocco e del Corcas dal 2006'', in materia dei diritti dell'uomo.



Il centro indipendente da ricerca e di iniziative per il dialogo è un'istituzione africana ed internazionale che beneficia di uno statuto consultivo Ecosoc, presso le istanze delle Nazioni Unite a Ginevra.













Fonti:

Il portale politico del Sahara occidentale:

www.corcas.com

Il portale del Sahara occidentale:

www.sahara-online.net

Il portale della cultura hassani:

www.sahara-culture.com

Il portale dello sviluppo economico nelle regione del sahara occidentale:

www.sahara-developpement.com

Il portale dello sviluppo sociale nelle regione del sahara occidentale:

www.sahara-social.com

Il portale delle città del sahara occidentale:

www.sahara-villes.com